In questa pagina raccontero' la piacevole escursione sul Monte Civetta, durata due giorni, che ho fatto insieme all'amico Silvio.
Durante questa piacevole esperienza, a contatto con la natura, in cui abbiamo superato i 2000 metri dislivello, ho scattato alcune foto di cui riporto le piu' belle.
La pagina inizia con l'immagine della cartolina con le timbrature, prosegue con una descrizione del viaggio, e termina con la lista documentata delle foto, scattate in ordine temporale.
Nel retro della cartolina sono riportate le timbrature di ogni rifugio attraverso cui siamo
transitati, onde ricordare il cammino effettuato.
Davanti, invece, e` ripreso il Rifugio
Vazzoler posizionato ai piedi della magnifica Torre Venezia.
Infine, viene rappresentanta la mappa con evidenziato in rosso il percorso effettuato.
Dal mio paese, alle ore 6.50, la giornata sembra buona: cielo sereno, clima ottimale!
Davanti a noi si erge Torre Trieste, che segna l'inizio del Gruppo del Civetta, che si
estendera` per 5 Km vero nord.
A destra si intravede parte della Moiazzetta, la parte finale del Gruppo del Moiazza.
Secondo voi, quanto alta e` questa parete?
Se guardate nell'ingrandimento vedrete due alpinisti che discendono la ferrata, attraverso
questa parete di roccia alta quasi 500 metri.
Prima di iniziare la ferrata, ed aspettando i due alpinisti che stavano scendendo, abbiamo
pensato di farci un'autoscatto, almeno come ricordo nel caso sventurato che uno di noi si
facesse male. In verita' eravamo ben attrezzati, con caschetto e imbragatura, come visibile nella foto.
Dietro a noi si vede il Pian dele Sasse, davanti a noi la macchina fotografica e la ferrata.
Attraverso la Ferrata Tissi ed un breve sentiero, ci siamo innalzati da 2372 fino a 2984
metri s.l.m., arrivando al Rifugio Torrani dove avremmo pernottato.
Si tratta del rifugio piu' alto delle Dolomiti, dopo un altro "rifugio" (non lo considero tale!)
sito nel Marmolada a cui si accede tramite Funivia, ed in cui usualmente si trovano donne con
scarpe a tacchi oppure in tenuta d'alta montagna, con tanto di picozze, per fare quelle poche
centinaia di metri che separano il rifugio dalla funivia.
Come visibile, il rifugio Torrani presenta dimensioni contenute (non e` il solito albergo
da 60-80 posti letto che usualmente si trova in montagna) ed ha solo 15 posti letto,
in caso di emergenza aumentabili fino a 20-22: con noi c'erano 3 escursionisti romani,
2 cechi, una giovane coppia trevigiana (lei molto carina!) ed una tedesca.
Che effetto fa' dormire a 14 metri sotto i 3000 metri?
Per i piu' polemici, che mi accuseranno di non conoscere le operazioni elementari della matematica, preciso che ho dormito sul letto a castello, per cui a quota 2986 anziche` 2984!
In serata, una foto al panorama che si presenta davanti al rifugio: sotto la valle zoldana,
ed in particolare Pecol, nota zona turistica attrezzata per lo sci.
In alto a sinistra si scorge parte del Monte Pelmo, che si innalza sopra di noi per circa
150 metri.
Si noti l'ombra che il Civetta proietta sulla valle, coprendola quasi interamente!
Arrivati in cima al Civetta, a metri 3220 sul livello del mare, l'effetto risulta stupefacente:
dinnanzi a noi si puo' osservare il nulla, ovvero la parete nord del Civetta risulta completamente
verticale ed alta circa 1200 metri.
A chi soffre le vertigini non resta che aggrapparsi all'unico sasso presente, per poter restare
sulla cima in piena sicurezza!
Dalla Cima Civetta, una foto al Lago di Coldai, nota meta per ogni tipo di turista, poiche' situato a 15 minuti dal Rifugio Sonino al Coldai, facilmente raggiungibile.
Sempre dalla Cima Civetta, una ripresa in cui si puo' notare a sinistra il Rifugio Tissi,
posto a 2250 metri s.l.m., e piu' a destra il Lago di Alleghe, a 979 metri s.l.m.
Davanti, la frana che origino' molti anni fa il Lago di Alleghe.
Una foto, scattata da un amico ceco, sul punto piu' alto di Cima Civetta: da qui ogni monte
appare ai nostri piedi, anche se questo non e' vero per quanto riguarda la Marmolada
ed il Monte Antelao.
Il panorama osservabile e` vastissimo, e si estende a nord fino alla Vetta d'Italia, osservabile
con estrema facilita' viste le ottime condizioni meteorologiche (cielo limpidissimo).
Qualche particolarita` su questo giovane ceco:
Questa foto, ripresa da 2100 metri di quota, rappresenta la parete nord del Civetta, la cui
cima non e' visibile in quanto oscurata dalle nubi.
6 ore prima eravamo lassu, ora siamo ai suoi piedi...forse conveniva fare il percorso suggerito
dal ragazzo ceco!
Una splendida immagine della Torre Venezia, vista da nord-ovest, che segna la fine del
Gruppo del Civetta e quindi l'imminente arrivo alla nostra meta: l'auto che ci avrebbe riportato
a casa.
Infatti dopo mezz'ora saremmo arrivati al Rifugio Vazzoler, e dopo un'altra ora a
Capanna Trieste da dove eravamo partiti il giorno prima.
Una particolarita`: in fianco al Rifugio Vazzoler vi e' un capitello con la lista di tutti coloro
che sono morti scalando il Civetta. Nella lista si possono osservare moltissimi tedeschi, polacchi
e cecoslovacchi: che siano proprio popolazioni caratterizzate da forte incoscenza, come dimostrato
dall'amico ceco?
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