La mia storia di radioamatore

Ricordo ancora la mia scoperta delle comunicazioni via etere. Ero sul balcone di casa con un walky-talky in mano, canale 14, quando, impovvisamente, ho sentito parlare qualcuno... «Sem chi che ne fem la polenta» (Siamo qui che ci stiamo preparando la polenta). Qulla voce mi aveva sorpreso: quell'aggeggio che avevo in mano per me era solo un giocattolo per comunicare a poche centinaia di metri di distanza, mentre per qualcun'altro era uno strumento, non dico di lavoro, ma comunque di comunicazione, qualcosa di familiare e funzionale.

La sorpresa e la gioia di trasmettere ha poi preso piede grazie a mio cugino Sergio, più vecchio di me e già immisciato in queste cosa da un po' di tempo. Fu così che mi prestò un trasmettitore quarzato che si era costruito. Lo racchiusi nel cassetto, con uno spezzone di RG58 che usciva dalla finestra (per fortuna che era estate!) e si collegava ad un'antenna piantata nel prato dietro casa mia. Avrò avuto quattordici anni, ma già sentivo che quell'avventura non si sarebbe conclusa subito.

Da lì ha poco convinsi mio padre a comperarmi un baracchino ed a presentare domanda di licenza. Purtroppo non sono un tipo che si accontenta ed il mio primo CB fu un Galaxy Saturn ed una Manotva 5 sul tetto di casa. Che urlo di gioia lanciò mio padre quando vide il buco nelle tegole! Con questa apparecchiatura sono riuscito a collegare diversi angoli di mondo e da alcuni ho anche ricevuto delle QSL. Spagna, Francia, America mi senbravano tutte a portata di voce.

L'entusiasmo per i DX a poco a poco scemò e scomparve del tutto quando decisi di vendere il CB per comperarmi un 2m, il mitico IC2SRE della Icom. Questo apparecchio era dotatoo di un ricevitore a larga banda per ricevere qualsiasi stazione compresa fra i 50MHz ed i 900MHz. Una vera bomba. Da lì a poco sostenni l'esame per il conseguimento del patentino di radioamatore e lo superai senza grosse difficoltà. La strada era ormai segnata.

Anche se ottenni la licenza, non mi era mai piaciuto fare QSO in frequenza e così con i miei amici ci trovevamo spesso su canali ``proibiti'' per fare quattro chicchere senza la pesantezza del linguaggio radioamatoriale. Il Kenwood TH-28, il TM-741E ed il TH-79 furono i miei acquisti successivi, tutti volti ad una presenza costante in aria. Quando ero in giro in macchina avevo sempre il veicolare acceso, mentre quando ero a piedi non mi mancava mai il palmare alla cintura. A casa poi avevo sempre una radio accesa 24 ore al giorno.

La mia isola, comunque, l'ho trovata con il packet-radio. Sono partito con un baycom per arrivare all'utilizzo della scheda audio come modem, l'uso del software della FlexNet per la gestione del protocollo AX.25 e del TstHost quale pacchetto per la ricezione e trasmissione di messaggi. Non mi considero un packet dipendente, però a tutt'oggi leggo regolarmente la posta che mi arriva e seguo con fervore i messaggi che circolano in packet circa il mondo di Linux e la sperimentazione di nuovi modem.

Uno dei miei prossimi obiettivi sarà quello di veder funzionare tutto sotto Linux. Software per la gestione dei messaggi, driver per la scheda sonora o, addirittura, per Yam, un fantastico progetto di un nostro collega italiano. Vedremo come andrà a finire.

Lorenzo Cappelletti
Ultima modifica: 2001/1/22 alle 18:02
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